Lo studio si occupa di processi penali che riguardano persone accusate di reati in materia di spaccio e stupefacenti in genere.
Lo Studio svolge le seguenti attività:
1) Assistenza legale in fase cautelare, di convalida dell’arresto e processo per direttissima
2) Assistenza nel corso delle indagini
3) Svolgimento di indagini difensive
4) Ausilio di consulenti tossicologici per l’analisi del capello che consentano di verificare l’eventuale stato di tossicodipendenza della persona accusata. Tale esame consente di valutarese la persona sia assuntore di droga abituale
5) Valutazione della possibilità di scelta di riti alternativi
6) Assistenza nel corso della fase esecutiva e carceraria
In materia di stupefacenti la legge italiana punisce la detenzione ad uso non esclusivamente personale.
Viceversa, se la detenzione di droga è ad uso personale si potrà essere sottoposti unicamente a delle sanzioni amministrative.
È compito del giudice verificare se le circostanze del caso concreto siano sintomo di attività di spaccio ovvero di un uso esclusivamente personale penalmente rilevante.
È possibile che anche quantitativi di sostanza stupefacente al di sotto del massimo detenibile previsto dalle tabelle ministeriali possano integrare il reato penale ove le altre modalità dell’azione facciano propendere per un uso non esclusivamente personale (esempio cessione e ritrovamento di un’unica dose di stupefacente in flagranza di reato all’atto della cessione a terzi) o che viceversa quantitativi superiori al massimo detenibile non abbiano rilevanza penale perché le altre circostanze di fatto escludono un’attività di spaccio.
Cosa si rischia in caso di spaccio di sostanze stupefacenti?
Al riguardo è necessario distinguere tra
1) Droghe pesanti (come ad esempio la cocaina, l’eroina) e
2) droghe leggere (come ad esempio l’hashish e la marijuana)
Se lo Spaccio è di lieve entità cosa si rischia?
È prevista la pena (si badi bene senza distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere) della reclusione da 6 mesi a 4 anni e la multa da euro 1.032 a euro 10.329.
Cosa si valuta per capire se lo spaccio sia lieve?
In questo caso bisogna porre l’attenzione sui
1) I MEZZI
2) LE MODALITÀ
3) LE CIRCOSTANZE DELL’AZIONE
4) LA QUALITÀ E
5) LA QUANTITÀ DELLE SOSTANZE
Questi elementi devono essere valutati congiuntamente dal giudice per ritenere sussistente la lieve entità.
Si pensi al caso del c.d. piccolo spaccio, che si caratterizza per una minore portata dell’attività dello spacciatore con una ridotta circolazione di stupefacente, di denaro, nonché di guadagni limitati.
Se lo spaccio riguarda un ingente quantitativo di stupefacenti cosa succede?
Le pene sono aumentate dalla metà a due terzi
Esistono degli altri casi in cui la pena può essere aumentata e diminuita?
Sì esistono e sono disciplinati sia dal codice penale che dalla legge sugli stupefacenti.
Ad esempio la pena è aumentata:
a) nei casi in cui le sostanze stupefacenti e psicotrope sono consegnate o comunque destinate a persona di età minore;
b) per chi ha indotto a commettere il reato, o a cooperare nella commissione del reato, persona dedita all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope;
c) se il fatto è stato commesso da persona armata o travisata;
d) se le sostanze stupefacenti o psicotrope sono adulterate o commiste ad altre in modo che ne risulti accentuata la potenzialità lesiva;
e) se l’offerta o la cessione è finalizzata ad ottenere prestazioni sessuali da parte di persona tossicodipendente;
f) se l’offerta o la cessione è effettuata all’interno o in prossimità di scuole di ogni ordine o grado, comunità giovanili, caserme, carceri, ospedali, strutture per la cura e la riabilitazione dei tossicodipendenti.
Che soluzioni ci sono e che strategia difensiva conviene adottare?
È necessaria una premessa.
Come dico sempre la strategia difensiva è come un vestito tagliato su misura, sulla base delle circostanze oggettive risultanti dagli atti, di quelle soggettive (per esempio la persona non è incensurata) e delle esigenze del cliente.
La prima strategia: dimostrare che la sostanza è detenuta per uso esclusivamente personale o che si deve essere assolti per altro motivo.
Un esempio realmente accaduto:
Un trentenne nel corso di un controllo presso il casello autostradale di Pomigliano d’Arco, veniva trovato in possesso sostanza stupefacente.
In particolare nella sua auto venivano trovate di 21 confezioni di marijuana, risultata del peso di gr. 25,7 dal quale erano ricavabili n. 75,5 dosi medie giornaliere, oltre che di due bussolotti, contenenti eroina e cobret.
Tale persona veniva assolta dalla Corte di Cassazione.
Il fatto rilevante, valorizzato dalla Corte di Cassazione per assolvere tale persona è che si trattava di un tossicodipendente iscritto al Sert come consumatore abituale di eroina oltre che consumatore occasionale di cocaina e cannabinoidi.
Quindi in sostanza si è dimostrato un uso personale come scorta.
(Si veda Corte di cassazione – Sezione VI penale – sentenza 14 giugno 2017 n. 29798)
La seconda strategia: non punibilità per particolare tenuità del fatto.
Sono necessarie 3 condizioni:
1) Il fatto di spaccio deve essere di lieve entità;
2) Il comportamento non deve essere abituale;
3) L’offesa deve essere di particolare tenuità, valutate le modalità della condotta, l’eseguità del danno o del pericolo.
Se sussistono tutte queste condizioni il giudice potrà emettere una sentenza di non doversi procedere per particolare tenuità del fatto.
Ad esempio, la Corte di Cassazione ha assolto un imputato per la coltivazione in abitazione di sei piantine di cannabis dell’altezza di 90 cm, contenenti un quantitativo di THC pari a 42 dosi, perché inidonea “a determinare la possibile diffusione della sostanza producibile” e la “moltiplicazione delle occasioni di lesione della salute pubblica” (Cass. Penale, Sez. III, n. 36037/2017).
La terza strategia: chiedere la sospensione del procedimento con messa alla prova
Il beneficio e che si evita la condanna penale in caso di esito positivo della prova
Vediamo le condizioni per accedervi
La messa alla prova comporta la prestazione di condotte volte all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, nonché, ove possibile, il risarcimento del danno dallo stesso cagionato.
Comporta altresì l’affidamento dell’imputato al servizio sociale, per lo svolgimento di un programma che può implicare, tra l’altro, attività di volontariato di rilievo sociale, ovvero l’osservanza di prescrizioni relative ai rapporti con il servizio sociale o con una struttura sanitaria, alla dimora, alla libertà di movimento, al divieto di frequentare determinati locali.
La concessione della messa alla prova è inoltre subordinata alla prestazione di lavoro di pubblica utilità.
Il lavoro di pubblica utilità consiste in una prestazione non retribuita, affidata tenendo conto anche delle specifiche professionalità ed attitudini lavorative dell’imputato, di durata non inferiore a dieci giorni, anche non continuativi, in favore della collettività, da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i comuni, le aziende sanitarie o presso enti o organizzazioni, anche internazionali, che operano in Italia, di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato. La prestazione è svolta con modalità che non pregiudichino le esigenze di lavoro, di studio, di famiglia e di salute dell’imputato e la sua durata giornaliera non può superare le otto ore.
La sospensione del procedimento con messa alla prova dell’imputato non può essere concessa più di una volta.
La quarta strategia: chiedere i LAVORI DI PUBBLICA UTILITÀ (Strategia simile alla precedente)
Anche in questo caso, vediamo le condizioni per accedervi
1) Spaccio di lieve entità;
2) il reato deve essere stato commesso da persona da persona tossicodipendente o da assuntore di sostanze stupefacenti;
3) Nel caso specifico, non deve concedersi il beneficio della sospensione condizionale della pena;
Infine, la quinta strategia: LIMITARE I DANNI
Se le carte processuali non consentono di sostenere un uso esclusivamente personale della sostanza stupefacente e nessuna delle altre strade è percorribile si può adottare una strategia c.d. PARACADUTE volta a limitare i danni.
In questo senso si possono adottare delle strategie processuali che consentano in caso di condanna di avere lo sconto fino a un terzo della pena (si pensi al patteggiamento o al giudizio abbrevio che consentono uno sconto di pena fino a un terzo).
Ad esempio: se la pena per spaccio di stupefacenti è di un anno e 1200 euro, questa viene diminuita a 8 mesi di reclusione e 800 euro di multa
Inoltre, se ne sussistono i presupposti si può beneficiare della c.d. Sospensione condizionale della pena.
Per l’effetto se la pena è inferiore a due anni di reclusione, questa viene sospesa e non si va in carcere purchè nei 5 anni successivi non venga commesso un altro reato.