Guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti – Avvocato Roma

Art. 187 del C.d.s.

Benvenuto, sono l’Avvocato Vincenzo Daniele Mistretta, e mi occupo per i miei clienti di casi di guida in stato di ebbrezza, guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e reati stradali a Roma, dove ho il mio Studio Legale, e in tutta Italia.

Ho pensato di scrivere questo articolo sulla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti per dare le prime informazioni a chi deve affrontare, suo malgrado, questo problema.

Al termine di questo articolo troverai 10 strategie, tratte direttamente dal libro “Difenditi dall’alcoltest” ed adattate ai casi di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti che applico con i miei clienti in caso di guida in stato di alterazione per uso di sostanze stupefacenti.

Una suggerimento sin da ora: la prima strategia, quella più efficace, è quella della “prevenzione”: evita di bere prima di metterti al volante perché le conseguenze possono essere in alcuni casi irreparabili.

Fatta questa premessa possiamo iniziare.

Il reato di guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti o psicotrope è disciplinato dall’art. 187 del codice della strada che prevede delle gravi sanzioni.

Le sanzioni sono ancora più gravi qualora si sia provocato un incidente stradale a cui siano conseguite delle lesioni gravi o gravissime (cfr. art. 590 bis del codice penale) o, addirittura, si sia cagionato un omicidio stradale (cfr. art. 589 bis del codice penale).

Come emerge dalla lettera dell’art. 187 del codice della strada i requisiti della condotta incriminata sono due:

  1. La pregressa assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope;
  2. Lo stato di alterazione-psico-fisica alla guida

La pregressa assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope

A tal riguardo, le sostanze stupefacenti cui la norma si riferisce sono quelle stabilite dalle tabelle allegate al D.P.R. del 9 ottobre del 1990, n. 309.

Il numero delle sostanze stupefacenti è estremamente ampio e ognuna di esse produce degli effetti differenti.

Per l’accertamento dell’assunzione di sostanze stupefacenti non è sufficiente la descrizione di una determinata sintomatologia ma è necessario il riscontro di valide analisi.

Lo stato di alterazione-psico-fisica

Lo stato di alterazione deve essere idoneo a compromettere le normali condizioni psico-fisiche indispensabili nello svolgimento della guida mettendo in pericolo la sicurezza della circolazione stradale.

Esaminiamo alcune recenti sentenze della Cassazione e provvedimenti di merito dei Tribunali d’Italia in tema di stato di alterazione alla guida.

La sentenza n. 12409 del 06/03/2019 della Corte di cassazione penale, sez. IV

La Corte di Cassazione penale sez. IV, 06/03/2019, con sentenza n. 12409 ha affermato che:

La condotta tipica della contravvenzione di cui all’art. 187 c. strad. non è quella di chi guida dopo avere assunto sostanze stupefacenti, bensì quella di colui che guida “in stato di alterazione psicofisica” determinato da tale assunzione e, pertanto, perché possa affermarsi la responsabilità dell’agente non è sufficiente provare che, precedentemente al momento in cui lo stesso si è posto alla guida, egli abbia assunto stupefacenti, ma altresì che egli guidava in stato di alterazione causato da tale assunzione. Ciò richiede, quindi, non soltanto l’accertamento del dato storico dell’avvenuto uso di sostanze stupefacenti, ma anche quello dell’influenza sulle condizioni psico-fisiche dell’assuntore durante il tempo della guida del veicolo“.

Un caso di archiviazione presso il Tribunale di Roma

La Procura della Repubblica di Roma nel 2017 su richiesta del difensore ha avanzato una richiesta di archiviazione del procedimento, poi di fatto archiviato, per asserita violazione dell’art. 187 del codice della strada ed ha affermato quanto segue:

Come affermato dalla più recente giurisprudenza (v. Casso Sezione quarta, n. 41796/2006; Cass., sezione quarta, n. 16895/2012), il reato di cui all’art. 187 del codice della strada è integrato dalla condotta di guida in stato di alterazione psico-fisica determinato dall’assunzione di sostanza stupefacente, sicché ai fini del giudizio di responsabilità è necessario provare non solo la precedente assunzione di sostanza stupefacente, ma anche che, l’agente abbia guidato in stato di alterazione causato da tale assunzione. Nel caso di specie, lo stato di alterazione psicofisica derivante dall’assunzione di stupefacenti è stato accertato mediante analisi delle urine, che di per sé non forniscono alcuna certezza sul momento dell’assunzione e sull’attualità degli effetti che ne derivano. Inoltre, le analisi delle urine sono state effettuate con finalità clinico diagnostiche e non medico legali. Tale test diagnostico di screening fornisce un risultato qualitativo preliminare con possibili risultati falsamente positivi e falsamente negativi e, pertanto, dovrebbero essere confermati tramite altre analisi condotte con metodi analitici di conferma. Tali esami non sono più utilmente ripetibili. Non sussistono, pertanto, elementi per sostenere l’accusa in giudizio ed ottenere una condanna al di là di ogni ragionevole dubbio.”

Un caso di archiviazione presso il tribunale di Civitavecchia

La Procura della Repubblica di Civitavecchia in un caso di contestazione di cui all’art. 187 del c.d.s. su richiesta del difensore ha avanzato richiesta di archiviazione ed ha affermato:

Dalla lettura degli atti contenuti nel fascicolo delle indagini preliminari la notizia di reato deve ritenersi destituita di fondamento quantomeno sotto il profilo di cui all’art. 125 disp. Att. c.p.p. in quanto il mero dato qualitativo, emerso sulla base del test di SCREENING SULLE URINE RELATIVO ALLA PRESENZA DI COCAINA non consente di ritenere accertato che l’indagato si sia posto alla guida in stato di alterazione psicofisica dovuta all’uso di sostanze stupefacenti, non essendo possibile ritenere per certo il momento in cui la stessa ha assunto lo stupefacente. Infatti non risulta che l’esame finalizzato ad accertare la presenza di stupefacenti sia stato effettuato con gli strumenti previsti, ed in particolare mediante l’ESAME DEL SANGUE, per cui il dato acquisito di positività alla COCAINA non risulta comparabile con quello tassativamente previsto nella norma incriminatrice per la eterogeneità dei termini di confronto; ne consegue l’infondatezza della notizia di reato, nonostante la certezza che l’indagato abbia assunto prima del momento dell’accertamento stupefacenti“.

Archiviazione da parte del Tribunale di Bologna

In un caso, recentemente affrontato dal Tribunale di Bologna, un ragazzo era stato accusato della violazione dell’articolo 187 del codice della strada, ossia della guida in stato di alterazione sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

La Procura della Repubblica di Bologna al riguardo ha chiesto l’emissione di un decreto di archiviazione in data 27/07/2020:

“in considerazione dell’accertata mancanza di un quadro indiziario obiettivo in grado di fondare la prova della guida in stato di alterazione causata da assunzione di sostanze stupefacenti (v. Cassazione sezione IV, febbraio del 2014, Virzì e sezione IV, 14 gennaio 2016 Porcelli).

Si rileva, infatti, che al momento dell’arrivo del personale di p.g. sul posto ove si era verificato l’incidente stradale per i conseguenti rilievi, l’indagato era già stato trasportato tramite ambulanza per le cure del caso- presso l’ospedale maggiore di Bologna inoltre, sia il personale del 118 intervenuto sul luogo dell’incidente che i sanitari del nosocomio citato, sentiti in merito, non sono stati in grado di fornire un quadro indiziario obiettivo in grado di provare lo stato di alterazione psicofisica dell’indagata derivante dall’assunzione di sostanze stupefacenti.

In conclusione, dunque, non pare possano ritenersi sussistenti gli estremi per un efficace esercizio dell’azione penale“.

Questo è quanto previsto nel provvedimento della richiesta di archiviazione da parte del procuratore aggiunto del Tribunale di Bologna.

A seguito di questa richiesta, il Tribunale di Bologna ed, in particolare, l’ufficio del giudice per le indagini preliminari ha emesso un decreto di archiviazione in data 12 ottobre 2020 ove ha affermato:

“ritenuto che la costante giurisprudenza di legittimità insegna che, per la configurabilità del reato di quell’articolo 187 del codice della strada “non è sufficiente che l’agente si sia posto alla guida del veicolo subito dopo aver assunto droghe, ma è necessario che io abbia guidato è stato di alterazione causato da tale assunzione” (cfr. Cassazione penale, sezione IV, sent. n. 12409 del 6/3/2019), ciò che richiede non solo l’accertamento del fatto storico dell’assunzione delle sostanze, ma anche quello dell’influenza sulle condizioni psicofisiche dell’assuntore derivante durante il tempo alla guida del veicolo;

ritenuto che, allo stato degli atti, emerge soltanto il dato dell’assunzione di cannabinoidi, mentre difetta la prova dello stato di alterazione dell’indagato all’atto della guida, emergendo al contrario dai verbali di pronto soccorso come lo stesso apparisse “vigile” e “lucido”.

Per questi motivi, dispone l’archiviazione del presente procedimento ed ordina la restituzione degli atti al Pubblico Ministero in sede”.

Esiste un livello minimo di stupefacenti per ritenere integrato il reato dell'art. 187 del c.d.s.?

No, a differenza della guida in stato di ebbrezza, la legge in caso di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti non prevede un valore soglia (cut off) indicato dalla legge. Tuttavia, come abbiamo visto è richiesto un elemento in più, rispetto alla guida in stato di ebbrezza, ossia la prova dello stato di alterazione alla guida.

L'accertamento dell'uso di sostanze stupefacenti

Sotto il profilo scientifico, l’accertamento migliore in caso di guida in sotto l’effetto di sostanze stupefacenti è quello ottenuto tramite l’esame del sangue che consente di ottenere con un ottimo livello di precisione e consente di stabilire l’attualità d’uso.

Viceversa, l’esame delle urine consente di accertare un uso recente di sostanze stupefacenti ma non attuale.

È noto, che tracce ad esempio di cannabis possono essere rintracciabili nelle urine anche dopo 20 giorni dall’uso.

Altro metodo di verifica di uso attuale di sostanze stupefacenti è quello dell’esame della saliva.

Tuttavia, la comunità scientifica afferma che il campione salivare, richiederebbe una conferma sul campione ematico.

Per approfondire la tematica dell’accertamento della guida in stato di ebbrezza e sotto effetto di sostanze stupefacenti può essere utile richiamare le “linee guida per le strutture dotate di laboratori per gli accertamenti di sostanze d’abuso con finalità tossicologico-forensi e medico-legali su campioni biologici prelevati da vivente” nella loro ultima versione del 2017 che individuano i protocolli da seguire nell’accertamento.

La procedura degli accertamenti della guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti

L’art. 187 del codice della strada prevede un’articolata procedura circa l’accertamento della guida in stato di alterazione psicotica sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Gli accertamenti preliminari

Quando è necessario acquisire elementi utili per motivare l’obbligo di sottoporsi agli accertamenti quali il prelievo di campioni di liquidi biologici per l’effettuazione degli esami necessari ad accertare la presenza di sostanze stupefacenti o psicotrope possono essere richiesti ai conducenti degli accertamenti qualitativi non invasivi o  prove, anche attraverso apparecchi portatili.

Il prelievo di campioni di materiali biologici

In riferimento al prelievo di campioni di materiali biologici, gli organi di polizia stradale possono procedere in tre casi:

  1. quando gli accertamenti preliminari abbiano dato un esito positivo;
  2. quando v’è un ragionevole motivo;
  3. in caso di incidente stradale;

Qualora non sia possibile effettuare il prelievo a cura del personale sanitario ausiliario delle forze di polizia ovvero qualora il conducente rifiuti di sottoporsi a tale prelievo, gli agenti di polizia stradale accompagnano il conducente presso strutture sanitarie fisse o mobili afferenti ai suddetti organi di polizia stradale ovvero presso le strutture sanitarie pubbliche o presso quelle accreditate o comunque a tali fini equiparate, per il prelievo di campioni di liquidi biologici ai fini dell’effettuazione degli esami necessari ad accertare la presenza di sostanze stupefacenti o psicotrope

Tali strutture sanitarie, su richiesta degli organi di Polizia stradale, effettuano altresì gli accertamenti sui conducenti coinvolti in incidenti stradali e sottoposti alle cure mediche, essi possono contestualmente riguardare anche il tasso alcoolemico previsto nell’articolo 186.

Che cosa accade in caso di contestazione della guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti?

In caso di contestazione del reato di guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, si instaurano due procedimenti

Il ritiro e la sospensione della patente

Sotto il primo profilo, il prefetto competente emetterà una ordinanza con cui sospenderà la patente, generalmente per un periodo di tempo determinato, con l’invito al conducente a sottoporsi a delle visite mediche presso la commissione medica locale al fine di Ottenere l’idoneità alla guida e, quindi, poter recuperare la patente alla fine del periodo di sospensione.

Avverso tale ordinanza di sospensione della patente da parte del prefetto, è possibile proporre ricorso al giudice di pace civile competente entro 30 dalla notificazione dell’ordinanza e chiedere la restituzione della patente o una riduzione del periodo di sospensione della stessa.

È bene sottolineare che tale sospensione della patente è provvisoria in attesa della decisione del giudice penale.

È possibile ottenere un permesso provvisorio di guida per ragioni lavorative?

No, purtroppo non è possibile nei casi di contestazione del reato di guida è stato d’alterazione sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, anche qualora ci dovessero essere delle impellenti ragioni lavorative.

Lo strumento più immediato per recuperare la patente quanto prima consiste nel presentare un ricorso al giudice di pace civile, che se viene accolto consente la restituzione della patente.

Che cosa si rischia penalmente? Si rischia di essere arrestati?

In caso di contestazione del reato di guida in stato di alterazione sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 187 del codice della strada), dalla mia esperienza, si rischia l’arresto solo nelle ipotesi in cui non si sia incensurati, si sia recidivi e, in generale, ci si disinteressi del procedimento penale.

Le sanzioni aggiornate al 2022

L’art. 187 del codice della strada prevede che  chiunque guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope  è punito:  

  1. con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000;
  2. con l’arresto da sei mesi ad un anno;
  3. la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a due anni. Inoltre, se il veicolo appartiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente è raddoppiata;
  4. è sempre disposta la confisca del veicolo con il quale è stato commesso il reato, salvo che il veicolo stesso appartenga a persona estranea al reato

Peraltro, in caso di recidiva nel triennio la patente è sempre revocata.

È prevista poi una decurtazione di 10 punti dalla patente

Incidente stradale

Nel caso in cui si sia provocato un incidente stradale in guida di stato di alterazione sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, l’articolo 187 del codice della strada prevede un regime sanzionatorio peggiorativo e, in particolare, che:

  1. le sanzioni siano raddoppiate;
  2. venga applicata la confisca del veicolo;
  3. la patente venga sempre revocata.

Che cosa succede in caso di guida notturna?

Nel caso in cui il reato di guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze dovesse essere stato commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7 la pena dell’ammenda è aumentata da un terzo alla metà.

Il rifiuto degli accertamenti

In caso di rifiuto dell’accertamento per guida in stato di alterazione per uso di sostanze stupefacenti si verrà sottoposti alle sanzioni che seguono: 

  1. l’arresto da 6 mesi ad 1 anno;
  2. l’ammenda da 1.500 a 6.000 euro;
  3. la sospensione della patente da sei mesi a due anni;
  4. la confisca del veicolo, salvo che appartenga a persona estranea alla violazione;
  5. la revoca della patente nel caso di recidiva nel biennio;
  6. La decurtazione di 10 punti dalla patente.

Quali sono le sanzioni per i neo-patentati e per i conducenti professionali?

Per i conducenti di cui al comma 1 dell’articolo 186-bis, le sanzioni sopra indicate sono aumentate da un terzo alla metà.  

In particolare, si tratta di neopatentati e conducenti professionali, ossia di: 

a) conducenti di età inferiore a ventuno anni e i conducenti nei primi tre anni dal conseguimento della patente di guida di categoria B;

b) conducenti che esercitano l’attività di trasporto di persone, di cui agli articoli 85, 86 e 87;

c) conducenti che esercitano l’attività di trasporto di cose, di cui agli articoli 88, 89 e 90;

d) conducenti di autoveicoli di massa complessiva a pieno carico superiore a 3,5 t, di autoveicoli trainanti un rimorchio che comporti una massa complessiva totale a pieno carico dei due veicoli superiore a 3,5 t, di autobus e di altri autoveicoli destinati al trasporto di persone il cui numero di posti a sedere, escluso quello del conducente, è superiore a otto, nonchè di autoarticolati e di autosnodati.

Inoltre, la a patente di guida è sempre revocata, quando il reato è commesso da uno dei conducenti di cui alla lettera d) oppure in caso di recidiva nel triennio.

Le 10 Strategie difensive in caso di guida sotto l'effetto di stupefacenti

Adesso valutiamo quali possono essere 10 strategie per difendersi in caso di guida in stato di alterazione sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Da qui nasce il c.d. “Protoccollo drugtest” che altro non è che un insieme di procedure che applico per questi casi, che si basa sulla valutazione delle circostanze del tuo caso specifico e sui tuoi obiettivi difensivi, con il fine di condurti al risultato desiderato.

1. La prevenzione

La prevenzione è certamente il modo per evitare ogni problema di guida in stato di alterazione.

Evitare di bere alcolici e di assumere sostanze stupefacenti è ciò che ti può salvare, non solo da gravi conseguenze giudiziarie, ma anche da lesioni alla incolumità personale tua ed a quella degli altri.

La vita è un bene prezioso e va salvaguardata!

2. Proponi un ricorso al Giudice di pace civile per recuperare la patente

Il modo principale per recuperare la patente, ove vi siano delle ragioni da valutare con un avvocato specialista della materia, è quello di proporre ricorso avverso l’ordinanza di sospensione della patente entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento.

La video lezione, seppure abbia come oggetto il recupero della patente in caso di guida in stato di ebbrezza, contiene delle informazioni e dei suggerimenti applicabili in caso di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

3. Contesta lo stato di alterazione alla guida

Come abbiamo visto, in molte sentenze e provvedimenti, è possibile essere assolti se non risulta dagli atti del procedimento uno stato di alterazione alla guida. Non è quindi sufficiente il solo fatto di essersi messi alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti ma è necessaria la prova dello stato di alterazione.

4. Verifica se l'accertamento per il tramite del prelievo dei campioni biologici è stato correttamente effettuato

Può essere pure utile, in ottica difensiva valutare con l’ausilio di un consulente tecnico tossicologo forense se l’accertamento della guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti sia stato effettuato correttamente seguendo le linee guida dettate per tali tipi di accertamento.

5. Esamina se vi è stato l'avviso della facoltà di essere assistito dal proprio difensore di fiducia prima dell'accertamento

Prima della richiesta procedere al prelievo di campioni biologici è necessario essere avvisati della facoltà di essere assiti da parte del difensore.

Qualora ciò non dovesse avvenire e il prelievo sia stato effettuato fuori dal protocollo medico di pronto soccorso, il Giudice chiamato a giudicare non potrà utilizzare i risulti dell’accertamento che hanno eventualmente riscontrato una positività alle sostanze stupefacenti.

A stabilirlo è la sentenza a sezioni unite della Corte di cassazione penale n. 5396 del 2015.

6. Opponiti al decreto penale di condanna

Il modo normale di procedere da parte delle procure delle Repubblica e dei tribunali è quello che conduce all’emissione di un decreto penale di condanna.

In tal caso, è necessario opporsi entro il termine ristrettissimo di 15 giorni per evitare di essere condannati con una procedura semplificata.å

7. Chiedi di svolgere i c.d. lavori di pubblica utilità in sostituzione della pena

Un’altra strategia è quella di chiedere, qualora non vi sia altra possibilità di difesa, di sostituire la pena con i lavori di pubblica utilità.

L’art. 187 comma 8 bis del codice della strada consente tale possibilità a determinate condizioni.

Non è, tuttavia, possibile procedersi in caso di incidente stradale o se già si è beneficiato di questa possibilità.

8. Avanza richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova

Una possibilità di difesa che evita di dovere affrontare un processo, con il rischio di una eventuale condanna, è quello di chiedere la sospensione del procedimento con applicazione della messa alla prova.

Si tratta di una strategia difensiva molto vantaggiosa che evita una condanna e, quindi, di essere sanzionati penalmente.

Un assistente sociale dell’Ufficio penale esecuzione esterna vigilerà sul corretto svolgimento del programma di trattamento che include l’esecuzione dei lavori di pubblica utilità presso un ente convenzionato.

9. Fai valere la particolare tenuità del fatto e chiedere di essere assolti

Nel caso in cui il Giudice dovesse ritenere il fatto di particolare potrà emettere una sentenza di proscioglimento per tale ragione.

Sarà compito della difesa evidenziare quegli elementi in base ai quali il fatto potrà essere considerato tenue.

10. Fai rilevare al Giudice la prescrizione del reato ove maturata per essere prosciolto dall'accusa

Infine, qualora dovesse passare il tempo previsto dalla legge affinchè il reato si possa prescrivere (4 o 5 anni a seconda che ci siano atti interruttivi e salvi gli eventuali periodi di sospensione) il Giudice potrà emettere una sentenza di proscioglimento con una declaratoria di estinzione del reato.

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