Si continuano a moltiplicare sequestri di cannabis su tutto il territorio nazionale a danno di negozi che vendono questa sostanza e credono in buona fede di svolgere un’attività assolutamente lecita.
Vedremo com’è la situazione sotto il profilo giuridico e cosa suggerisco di fare ai venditori in questa condizione di confusione.
Da un pò di tempo a questa parte in tutta Italia è possibile comprare in negozi su strada, in negozi on line, tabaccai e distributori automatici la c.d. cannabis light.
Partiamo da una breve premessa.
Innanzi tutto cos’è la cannabis light?
Si tratta di fiori di alcune varietà di canapa di cui è ammessa la coltivazione a determinate condizioni.
Queste infiorescenze devono avere un principio attivo c.d. THC inferiore allo 0,2 % con tolleranza fino allo 0,6 %.
Se la quantità di THC è superiore al limite stabilito dalla legge la sostanza viene considerata stupefacente e si rischia di essere denunciati penalmente per violazione della legge sugli stupefacenti che prevede delle gravi conseguenze.
Se questa è la premessa è necessario fare una considerazione.
La legge è assolutamente LACUNOSA e poco CHIARA.
Si parla infatti di coltivazione di alcune varietà di canapa ma nulla si dice sulla vendita di cannabis light.
La legge difatti riflette il compromesso politico tra chi era favorevole e contrario alla legalizzazione.
Ora il problema che devono affrontare molti venditori di cannabis light è questo:
cosa accade se viene venduta cannabis light con THC compreso tra 0,2 % e 0,6 % tollerato per l’agricoltura?
1) Secondo alcuni, la tolleranza fino allo 0,6 % del principio attivo THC contenuto nei fiori di canapa è applicabile solo agli agricoltori e non a chi vende tale sostanza.
A sostegno di questa tesi c’è:
– Una interpretazione letterale della legge che disciplina solo la coltivazione e non la vendita.
– Un parere del Consiglio superiore della sanità che invita a non procedere alla vendita di cannabis light nell’interesse della salute pubblica e individuale;
– Un Circolare del Ministro dell’Interno Salvini del luglio 2018 (c.d. circolare Salvini) che invita a procedere a sequestro quando il THC supera lo 0,2 %
Tuttavia quest’ultimi due atti non sono assolutamente vincolanti e il Giudice può non tenerne conto nella sua decisione.
Comunque alcuni Tribunali hanno fatto propria tale impostazione ed hanno confermato il sequestro penale di cannabis light operato nei confronti di negozi che credevano di vendere canapa con un Principio attivo THC compreso tra lo 0,2 % e lo 0,6 %.
Gli esercenti l’attività commerciale pertanto sono stati denunciati per violazione della legge sugli stupefacenti.
2) Secondo altri invece, la tolleranza fino allo 0,6 % del principio attivo THC contenuto nei fiori di canapa è applicabile non solo agli agricoltori ma anche ai venditori.
A sostegno di questa tesi c’è una interpretazione logica e sistematica della legge, o meglio la considerazione per cui seppure la legge non parla apertamente di vendita, sarebbe illogico che abbia consentito solo la coltivazione e non la vendita che è il passaggio immediatamente successivo.
Molti Tribunali hanno fatto propria questa impostazione e NON hanno confermato il sequestro penale di cannabis light operato nei confronti di negozi che vendevano canapa con un Principio attivo THC compreso tra lo 0,2 % e lo 0,6 %.
Pertanto la merce è stata restituita ai commercianti che così hanno potuto continuare la propria attività di vendita.
La mia personale opinione è che debba prevalere questa seconda interpretazione che si basa su una interpretazione non strettamente letterale ma logica e di sistema.
Pertanto in caso di sequestro è necessario attivarsi immediatamente e contestare l’errata interpretazione della legge con le giuste argomentazioni.
Due consigli:
1) il primo è per i venditori, in questa situazione non procedete alla vendita di Canapa con THC superiore allo 0,2 % perché si rischia l’accusa di violazione della legge sugli stupefacenti che prevede della gravi sanzioni penali.
2) Il secondo per il Parlamento, affinchè intervenga con una legge che disciplini e regolamenti la materia in maniera chiara e senza lacune.
I cittadini hanno diritto alla chiarezza delle leggi e alla regolamentazione del settore che si sta espandendo rapidamente come un business profittevole.
Mi rendo conto che soprattutto quest’ultima sia una richiesta molto difficile da esaudire!
Anche questa volta credo che dovranno essere i Giudici di volta in volta a colmare le lacune e stabilire cosa sia legale e cosa no aiutati da Avvocati esperti del settore.